Decidere di intraprendere un percorso con lo Psicologo quando ci si trova ad elaborare un lutto è, in assoluto, una tra le casistiche più frequenti. Il dolore del lutto si differenzia da ogni altra sofferenza principalmente per due caratteristiche: l’intensità del dolore provato ed il senso di impotenza che si prova nel l’accettare il fatto che sia un evento immodificabile e definitivo. L’elaborazione del lutto non è di per sé un evento patologico e non sempre si necessita del sostegno di uno Psicologo, ma, in ogni caso, è un processo difficile ed impegnativo e spesso, anche se il sostegno non è una vera e propria necessità, rappresenta un’importante opportunità di elaborazione maggiormente funzionale. Elaborare un lutto significa, in primo luogo, accettare. Accettare la perdita. Ogni processo di accettazione implica la tendenza iniziale al rifiuto ed alla negazione dell’accaduto, tali meccanismi di difesa proteggono l’Io dallo scontro con la realtà e gli permettono di arrivare piano piano alla reale consapevolezza di ciò che si è verificato. Numerosi studiosi si sono occupati di analizzare le varie fasi che caratterizzano l’elaborazione della perdita, tra i principali cultori della materia troviamo E. Kubler-Ross, J.W. Worden, J. Bowlby e C.M. Parkes. Scelgo di riproporre le fasi identificate da Elisabeth Kubler-Ross per l’appassionato e continuativo lavoro che ha svolto quotidianamente a diretto contatto con la malattia terminale presso il Billings Hospital di Chicago.

 

LE FASI DELL’ELABORAZIONE DEL LUTTO

Secondo la studiosa gli step che caratterizzano il processo di elaborazione della perdita si possono riassumere così:

  1. NEGAZIONE: shock e stordimento, ricerca del proprio caro in segnali, rumori o presenze.

  2. PATTEGGIAMENTO: speranza che la persona ritorni, “fioretti” e promesse fatti allo scopo di riavere la persona cara.

  3. RABBIA: frustrazione, rabbia, odio, verso il mondo, il destino, il proprio caro, se stessi o gli operatori sanitari.

  4. DEPRESSIONE: profonda tristezza, lacerazione dell’anima legata alla presa di contatto con la realtà e con l’immodificabilità dell’evento.

  5. ACCETTAZIONE: riorganizzazione della propria vita e dei propri equilibri, il ricordo del proprio caro viene conservato ma il dolore diventa sopportabile.

 

Queste fasi, tendenzialmente, si presentano nell’ordine proposto, ma possono anche invertirsi, sovrapporsi o ripetersi e la loro durata ed intensità può variare sensibilmente a causa di fattori interni ed esterni all’individuo.

 

I PRINCIPALI FATTORI ALLA BASE DELLE DIVERSE ELABORAZIONI

La reazione soggettiva, sarà influenzata da diversi fattori, che determineranno il personale processo di elaborazione del lutto:

  1. Intensità del legame con il proprio caro

  2. Prevedibilità o imprevedibilità dell’evento

  3. Circostanze esterne e caratteristiche personali

  4. Risorse presenti nel contesto di vita della persona (vicinanza e sostegno di parenti, amici e persone care…)

  5. Presenza di altri eventi stressanti

  6. Lutti precedenti

  7. Eventuale rapporto di dipendenza con la persona defunta

  8. Eventuale presenza di disturbi mentali antecedenti la perdita

 

L’interazione di questi fattori determinerà la reazione soggettiva che, per quanto può variare significativamente da persona a persona, resta tra le esperienze più laceranti e difficili da accettare nella vita di un individuo.

 

LE RISORSE DA METTERE IN CAMPO

Il dolore che si prova davanti ad un lutto è una reazione del tutto naturale ed imprescindibile all’essere umano. Fronteggiare il dolore vuol dire mettere in campo un processo psichico denominato RESILIENZA. Con il termine resilienza ci si riferisce alla capacità di affrontare nella maniera più positiva e funzionale possibile, gli eventi traumatici o difficili che la vita ci riserva, permettendoci di creare nuovi equilibri e nuove certezze dinnanzi alle difficoltà. Non bisogna mai dimenticare che l’elaborazione è un processo attivo, nel quale si affrontano le tempeste emotive ed il senso di impotenza e, un passo dopo l’altro, si supera il dolore acuto e si raggiunge l’accettazione, interiorizzandola. Questo processo ci permetterà di collocare il ricordo della persona cara in un giusto spazio, dentro di noi, fissando il sentimento ed il ricordo nella nostra anima, conservandolo, senza però viverlo come un impedimento o un ostacolo al proseguire della nostra vita.

 

IL RUOLO DELLO PSICOLOGO

Davanti alla perdita di una persona cara l’importanza del sostegno psicologico è innegabile. Come abbiamo visto, le circostanze esterne e le reazioni dell’individuo possono essere anche molto diverse tra loro, ma quale che sia la specificità dell’evento, appoggiarsi ad un professionista della salute mentale, è una possibilità che è importante prendere in considerazione. Nello studio dello Psicologo si prenderà in carico, in prima istanza, il dolore del paziente. Lo si lascerà esistere per poi riuscire a lasciarlo andare. Verranno altresì sviscerati vissuti emotivi e pensieri disfunzionali, accompagnando il paziente nelle varie fasi dell’elaborazione. Si renderà il processo di superamento della sofferenza meno invalidante possibile e, soprattutto, si cercherà di renderlo funzionale: cercando di dare un senso a tutto il dolore provato e rendendolo produttivo e utile ad una nuova rinascita, per non lasciarlo fine a se stesso. Uno degli obiettivi sarà dare, alla persona che soffre, la possibilità di creare nuovi equilibri e nuove rinascite che gli permettano di arrivare all’accettazione non solo con qualche cicatrice in più, ma come persona diversa: con nuove consapevolezze, con maggior forza interiore, con una più ampia conoscenza di sé e delle proprie risorse e capacità, giungendo alla riorganizzazione di se stessa e della propria esistenza poggiandosi su nuove,importanti basi.

 

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