Nei casi di infertilità e sterilità il ruolo dello Psicologo è ormai riconosciuto come fondamentale: mentre un tempo venivano considerate solo le cause organiche sottostanti alla difficoltà a procreare, è ormai riconosciuto dalla comunità scientifica, l’importante impatto delle cause e concause psichiche. Chiariamo alcuni termini:

 

LA DIFFERENZA TRA STERILITA’ E INFERTILITA’

Sterilità e infertilità sono due termini i cui significati vengono fin troppo spesso confusi e sovrapposti, tecnicamente, si parla di sterilità quando la coppia non riesce a concepire mentre si parla di infertilità quando la donna non riesce a portare a termine la gravidanza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ben definito i confini delle categorie, fornendo anche dei limiti temporali:

  1. Si parla di sterilità primaria quando nella coppia non si verifica il concepimento dopo un anno/due anni di rapporti non protetti mediamente frequenti.

  2. Si parla di sterilità secondaria quando la coppia ha già avuto figli in passato ma non riesce a concepirne un altro, dopo un anno/due anni di rapporti non protetti mediamente frequenti.

  3. Si parla di infertilità quando una donna, in grado di concepire, riesce ad avere una gravidanza ma non riesce a portarla a termine.

In tutti e tre i casi vi possono essere cause di tipo organico, cause di tipo psicologico o compresenza di cause organiche e psicologiche.
L’incidenza di queste problematiche è in aumento costante nelle società occidentali e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad oggi colpiscono mediamente il 20% delle coppie italiane.

 

COSA SUCCEDE QUANDO UN FIGLIO NON ARRIVA, GLI ASPETTI PSICOLOGICI

Tendenzialmente la prima reazione è quella dell’incredulità, sembra impossibile che il figlio non arrivi. La coppia ci prova un paio di mesi, poi qualche altro mese e poi, lentamente, inizia a rendersi conto che forse qualcosa non va, che qualcosa non sta funzionando. Inizia ad instaurarsi un surreale saliscendi di emozioni caratterizzate da negazione, rifiuto e rabbia. Queste emozioni contrastanti si concretizzano in frasi che iniziano a farsi spazio nella mente dei partner: “Perché sta succedendo proprio a noi?”, “Non può che essere colpa mia!”, “Forse è perché lavoro troppo e sono troppo stanco/a”, “E’ perché non sono abbastanza paterno/materna” e così via. Dopo un periodo di tentativi la coppia solitamente decide di sottoporsi agli esami necessari ad identificare o escludere le cause organiche (esami che risultano essere meno invasivi per l’uomo e più invasivi per la donna). A quel punto può arrivare una diagnosi di sterilità organica o, al contrario, la comunicazione di uno stato di salute e di parametri ritenuti idonei alla procreazione. Gli scenari che si delineano sono ben diversi, in un caso o nell’altro, ma, se il figlio continua a non arrivare, in entrambi i casi, spesso le coppie si rivolgono al sostegno dello Psicologo.

 

IL RUOLO DELLO PSICOLOGO

Il ruolo dello Psicologo risulta essere fondamentale sia nel caso che le condizioni fisiche siano ottimali, e quindi non imputabili ad essere causa della difficoltà ad avere figli, sia nel caso vi sia la presenza di cause organiche. I percorsi di supporto psicologico che si realizzeranno saranno comprensibilmente diversi, in un caso o nell’altro:

  1. Nel caso di una sterilità data da cause organiche il ruolo dello Psicologo sarà quello di sostenere ed accompagnare la coppia nel percorso di accettazione, da un lato, e di attuazione delle alternative proposte dalla medicina e dalla scienza, dall’altro. In questi casi il sentimento predominante, vissuto dalla coppia, è il senso di fallimento: l’uomo viene colpito nella sua virilità, nel suo sentirsi uomo e nel “saperci fare con la sua donna”, la donna combatte con il senso di inutilità, con il senso di colpa e il sentirsi sbagliata e inferiore rispetto alle altre donne. Nello studio si cercherà di accogliere e trasformare il dolore e di reindirizzare le energie della coppia, per affrontare le sfide che una diagnosi di sterilità organica presenta, aiutando altresì, la coppia a non perdersi durante questo estenuante percorso.

  2. Nel caso di una difficoltà ad avere figli non imputabile a cause organiche, lo Psicologo si occuperà in prima battuta di sondare le cause psichiche, andando a lavorare sui meccanismi che contribuiscono alla difficoltà a concepire, comprensibilmente meno evidenti e definiti delle cause organiche. Oltre al lavoro sui meccanismi psichici legati a tale difficoltà, lo Psicologo aiuterà la coppia a restare unita: il rischio di perdersi e di uscire sfiniti dagli anni in cui si cerca di concepire senza risultato è molto alto, la coppia è messa a dura prova durante questa sfida e rischia di finalizzare l’intera vita alla procreazione, dimenticandosi ognuno di se stesso, come uomo e come donna, e dimenticandosi di entrambi, come coppia.

 

CONCLUSIONI

La parola d’ordine in questi casi è “ammettere”. Ammettere il proprio dolore, i propri stati d’animo e le proprie paure, in primo luogo a se stessi. Fingere che non esistano e cercare di allontanarli non aiuterà a risolvere il problema. Non riuscire ad avere figli equivale a vivere una situazione estremamente difficile e delicata, e l’aspetto psichico ed emotivo hanno un ruolo rilevante come concause e, contemporaneamente, come effetto di questa difficoltà.

E’ importante evitare che si instauri un circolo vizioso di emozioni, pensieri ed esperienze negative, ed evitare che queste si alimentino a vicenda. L’analisi delle difficoltà e l’elaborazione delle emozioni legate a queste favoriscono il rinnovo del proprio vissuto emotivo e cognitivo, per una nuova rinascita, come uomini, come donne e come coppia (e famiglia).

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