Le differenti deviazioni dalla perfetta simmetria tra i due lati in un organismo possono essere classificate in differenti modi: asimmetria direzionale, in cui vi è una consistente asimmetria verso un lato; anti-simmetria,  in cui vi è un’asimmetria accentuata verso il lato del corpo più sviluppato; simmetria fluttuante, riferita a piccole deviazioni in termini di grandezza o di conformazione verso uno dei due lati (vedi Palmer & Strobeck, 1986). In media, per ogni dato tratto bilaterale (come può essere il padiglione dell’orecchio o la lunghezza delle dita) un lato sarà sempre più sviluppato e più grande dell’altro e siccome i due lati dell’organismo vengono prodotti dalla stessa combinazione di geni, la simmetria fluttuante viene vista quale risultato dell’impossibilità dell’organismo di resistere alle varie sollecitazioni  ambientali che lo insidiano durante le prime fasi dello sviluppo;  in assenza di dette perturbazioni l’organismo si svilupperebbe in modo perfettamente bilaterale. La capacità di un organismo di svilupparsi perfettamente nonostante le perturbazioni genetiche ed ambientali che lo insidiano viene definita stabilità dello sviluppo; in condizioni normali, nel corso del primo trimestre di gestazione, gli occhi si muovono gradualmente verso il centro e le orecchie si spostano verso l’alto seguendo la linea del collo: occhi molto distanti tra di loro ed orecchie con un’attaccatura smoderatamente bassa, chiamate anomalie fisiche secondarie, vengono generalmente interpretate come interruzioni dei normali processi di sviluppo.

Yeo e Gangestad (1993) riferirono che, sia i radicati mancini sia i radicati destrimani, in confronto ad individui con una più debole lateralizzazione,  mostravano una maggiore instabilità dello sviluppo. Ipotizzando un’associazione tra l’asimmetria fluttuante e l’ereditarietà poligenica, Yeo e colleghi sostennero l’evidente incompatibilità del loro modello con il modello a gene singolo di Annett. Gangestad (1996), dal canto suo, affermò l’esistenza di una correlazione tra dominanza manuale e determinati antigeni leucociti umani (HLA) che costituiscono parte della maggior istocompatibilità complessa dei geni. Egli sostenne che HLA potesse influenzare la dominanza manuale in due modi diversi: direttamente, ovvero attraverso l’influenza di uno o più alleli sui livelli di ormone prenatale o sulla risposta immunitaria della madre o del feto; oppure indirettamente, in virtù della correlazione tra un non identificato allele connesso al grappolo di alleli HLA.

Indipendentemente dal fatto che l’influenza avvenga nell’uno o nell’altro modo, Gangestad conclude che, se esiste un singolo gene in grado di influenzare la dominanza, esso dovrà essere sicuramente cercato nel cromosoma 6 (essendo suddetto cromosoma a contenere tutti gli alleli più importanti). E’ importante sottolineare che il concetto dell’asimmetria fluttuante legata all’instabilità dello sviluppo si riferisce solamente all’asimmetria dei caratteri morfologici e non a fenomeni comportamentali, i propositori del suddetto modello trattano la dominanza come isomorfica all’asimmetria strutturale del cervello; la dominanza estrema nell’una o nell’altra direzione è rappresentata come una deviazione rispetto alla normale (moderata) preferenza per la destra ma ciò non spiega perché la dominanza destra sia la norma.

Psicologo Bologna Tania Braga Psicologo Bologna Tania Braga